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Visualizzazione dei post da novembre 24, 2014

La natura della mente e della coscienza nella psicologia orientale

La psicologia orientale offre una prospettiva unica sulla natura della mente e della coscienza, che si differenzia da quella della psicologia occidentale. In Occidente, la mente è spesso vista come un'entità separata dal corpo, mentre in Oriente la mente e il corpo sono considerati come due aspetti interconnessi di un'unica realtà. Nella psicologia orientale, la mente è vista come un campo di energia in continua evoluzione. I pensieri, le emozioni e le sensazioni sono tutti manifestazioni di questa energia. La coscienza è la capacità di essere consapevoli di questa energia e di sperimentarla in modo soggettivo. Esistono diverse scuole di pensiero all'interno della psicologia orientale che offrono diverse interpretazioni della natura della mente e della coscienza. Alcune scuole, come il Buddismo, insegnano che la mente è vuota di un'essenza permanente (anatta), mentre altre scuole, come l'Induismo, insegnano che la mente è un'anima eterna (atman). Indipendente

Jung e la numerologia

Da questo punto di vista, Jung affermava che i numeri sono un inizio di una lunga serie presenti nelle nostre vite, oppure ci sono quelli che si ottengono dai nomi e dalle date di nascita, e sono importanti perchè ci accompagnano nel corso della nostra quotidianità. Anche Hillman (filosofo, saggista e psicanalista) affermava che l'intera popolazione, alla nascita aveva una "ghianda - frutto della quercia, è il simbolo della potenza" che racchiudeva il disegno dell'albero, di quello che saranno le capacità e le predisposizioni di tutti. La sincronicità e le coincidenze sono effetti del Daimon (l'angelo custode) che ci rievoca chi siamo, ricavandone il tema della "ghianda" e restituendone la nostra vera indole. Con questa procedura si ha successo ad riequilibrare il mondo visibile e invisibile.