Con la parola "languishing" si spiega uno stato emozionale di assenza di benessere, rappresentato da indifferenza e rassegnazione. È un vocabolo inglese scelto dal sociologo e psicologo Corey Keyes e che in italiano si può tradurre come "languire". Rappresenta uno stato di vuoto e stagnazione, che può distinguere alcuni soggetti. Il languishing si piazza a metà tra il benessere e la patologia, non mostra un disturbo psicologico, ma è specifico di chi mostra bassi livelli di benessere.
Il languishing stabilisce difficoltà di concentrazione, spegne la motivazione e influenza negativamente il rendimento scolastico o lavorativo e le relazioni sociali. Se geneticamente sei un tipo ansioso o soffri di depressione, hai maggiori probabilità di affliggerti di languishing rispetto ad altri. Il languishing rappresenta un vuoto profondo nell'anima, difficile da riempire, questo vuol dire che le situazioni di stagnazione sono una forma di sofferenza anche se non lo si riconosce. L'antidoto principale contro il languishing è il flow (il flusso), cioè quella condizione di piacevole abbandono che fa perdere provvisoriamente la cognizione del tempo e dello spazio e quello che si prova quando si viene "assorbiti" da qualcosa. Se ti lasci andare e ti immergi nella realizzazione di progetti personali gratificanti, accendi la motivazione e contrasti il senso di vuoto, innalzando i livelli di benessere che percepisci.
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